mercoledì

Non sono quella che sei abituato a vedere.

Ho sempre pensato che sarebbe stato facile, tutto.
Che niente sarebbe stato difficile.
Mi sbagliavo, e lo sapevo,
anche se ora, ora lo so davvero.
Credevo che se non avessi considerato
le mille difficoltà non ne avrei incontrata nessuna.
Non volevo affrontare la realtà e vedere le cose
come veramente sono, ora.
Ora lo so, ci sono ancora i segni sulla mia pelle.
So che nulla è regalato, che se vuoi una cosa,
giusta o sbagliata  che sia devi andare contro a tutto
e a tutti, devi soffrire, sudare e patire.
Perchè fino a quando non avrai soddisfatto la tua voglia,
ma non una voglia qualsiasi,
quella che ti soffoca, che ti perseguita, ti fa impazzire, si.
Fino ad allora non sarà vita, e il tuo unico scopo sarà
renderla viva, sentirla,
da fuori non traspare ma è questo che ho dentro







1 commento:

  1. Grazie per il commento che hai lasciato nel mio blog! Certo che mi piacerebbe conoscerti meglio, se possiamo sostenerci l'un l'altra è solo un bene... Non credi? Venendo al tuo post, parli di una voglia che vuoi rendere viva. Cosa ti fa pensare che accontentata quella voglia tu non possa cercarne un'altra ancora più forte, subdola e pericolosa? Sappiamo bene che le nostre voglie non verranno mai accontentate; il desiderio - nei nostri casi - non è mai desiderio di qualcosa, bensì desiderio d'Altro. E' eccentrico ed erratico, in costante oltrepassamento di qualunque soddisfazione possibile. Credo sia anche per questo che non ci accontentiamo mai dei risultati della nostra bilancia che mai ci regalerà ciò che sognamo nel nostro profondo... Questo l'ho capito grazie ad un libro che il mio psicologo mi ha chiesto di leggere: "L'ultima cena: anoressia e bulimia" di Massimo Recalcati. E' un libro che affronta a 360° la "nostra Lei". L'unico desiderio che dobbiamo esprimere e rendere vivo si chiama guarigione. Passa tutto da qui: dalla vita di cui dobbiamo riappropriarci e che non possiamo lasciar scivolare via. Per quanto io ancora non riesca a rendere il mio vuoto meno doloroso, provare a capire cosa ha scatenato in me la bestia mi è di conforto nel rendermi conto che nonostante mi creda una fallita, un'incompetente, una buona a nulla, in me - in fondo - non c'è nulla che sia davvero sbagliato se non il modo che ho "scelto" nel cercare di costruirmi; la nostra ricerca di per sè non è errata, è la falsa amica a cui ci siamo affidate ad esserlo. Certo, da qui alla "guarigione" ci passano tutti gli oceani e i mari di questo mondo, però provare a spostare la mira verso ciò che davvero vorremmo può essere un passo importante. Ovviamente sto ancora disperatamente cercando di capire cosa sia quel qualcosa che strenuamente voglio ottenere e forse, quando inizierò ad intravedere una verità, smetterò almeno un po' di affidarmi alla bilancia e alla restrizione. Che non passa mai solo per il cibo, ma anche e soprattutto per i sentimenti. Forse dovremmo provare davvero a spostare la mira altrove senza concentrarci troppo sul cibo (e lo so bene che non è PER NIENTE facile, senti chi parla). Tentare però non dovrebbe essere più doloroso di quello che già stiamo attraversando...

    Bon, sono partita da un argomento e guarda dove sono arrivata. o_o Scusami per la lunghezza del commento! XD

    A presto, un abbraccio!

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